I CASTIGHI DIVINI NELLA SACRA SCRITTURA
Nessun padre terreno castiga un figlio, se prima non ha provveduto ad ammonirlo per correggerlo, alfine di evitare il castigo che, però, se proprio è necessario, prima o poi arriva.
Il Padre Nostro che è nei cieli, pur essendo Dio, si comporta allo stesso modo di un padre terreno anche se con finalità diverse.
La Bibbia, attraverso il racconto della storia di Israele, il popolo che Dio si era formato e amava come un figlio, ci ha dimostrato come il nostro Dio, anche nei confronti del Faraone, fu lento all’ira, prima di intervenire con mano potente, per fare uscire suo figlio dal paese d’Egitto, perché ritornasse nella terra Santa.
Il nostro è un Dio che ama con tutto sè stesso e, per amore nostro, si è fatto inchiodare sulla croce versando fino all’ultima goccia di sangue. In questo modo ha pagato il prezzo del peccato antico, per restituire all’uomo la grazia perduta.
La Vergine Maria, ai piedi della croce del nostro Redentore moribondo, accettò di divenire Madre della chiesa e dell’intera umanità. Sempre pronta a parlare ai suoi figli, è apparsa in molti luoghi, e Le rendiamo grazie per aver poggiato il Suo Santo piede nella nostra città di Capua, dove si è definita “Vergine della Rivelazione degli ultimi tempi”. In tutti i messaggi dati al veggente, in maniera molto dolce, ma con fermezza, ci ha chiesto una sola cosa: ritornare a Gesù! L’impegno di una Madre è sempre lo stesso: proteggere i suoi figli prima che si perdano definitivamente.
Dando uno sguardo a tutti i messaggi nei luoghi dove è apparsa, non possiamo dire che la Vergine Maria non abbia tentato tutte le strade per riportare nell’ovile i suoi figli. Come Regina degli ultimi tempi, con messaggi d’amore inviati in tutto il mondo su Sua richiesta, ci ha preso per mano, ma con le visioni mostrate al veggente ha fatto di più, ci ha fatto intravedere la storia, con la sua cavalcata di cavalli e cavalieri, come quelli descritti nell’apocalisse di san Giovanni, per farci intendere che, da duemila anni a questa parte, purtroppo nulla è cambiato. Come elemento in più mostrò in celo, sotto forma di visione, un arcobaleno rovesciato, nel messaggio del 13-02-2001. Quel messaggio non faceva presagire nulla di buono perché, come si evince dal racconto Biblico riportato nel libro della genesi, l’arcobaleno rappresenta il simbolo dell’alleanza fra Dio e l’umanità alla fine del diluvio universale. Non è difficile comprendere che un arcobaleno rovesciato altro non indica che, ancora una volta, è venuto meno il patto di alleanza tra l’uomo e Dio.
Vale la pena in questi tempi difficili sottolineare che la Vergine degli ultimi tempi, in venti anni di messaggi, ha profetizzato avvenimenti che si sono realizzati sistematicamente. In uno degli ultimi, in ordine di tempo, quello del 25-02-2019, dove fra l’altro affermava che “l’umanità ormai vive senza Dio a causa dei troppi peccati”, continuava indicando, nella visione dei cavalieri che cavalcavano cavalli di diversi colori, in quello di colore verde, il più pericoloso, in quanto gli era stato dato potere di portare sulla terra epidemie, carestie e ogni sorta di malattia.
Sappiamo tutti che il nostro Dio è Onnipotente e Onnisciente, ci vuole poco a capire che, dando uno sguardo all’umanità, ci ha trovati carenti, mancanti, incapaci di obbedienza e di amore verso quel Figlio unigenito sacrificato con dolore sul legno della croce.
Quale nome vogliamo dare alla “pandemia” che, dall’inizio dell’anno, ha mietuto in tutto il mondo più vittime delle guerre mondiali: Avvertimento? Castigo? Flagello? Nessuno impedirebbe a Dio di castigare l’umanità, e ne avrebbe tutti i motivi, perché siamo figli ingrati, che non hanno saputo apprezzare niente di quell’amore autentico, divino, gratuito che ha il colore rosso del sangue Cristo e della Sua passione dolorosa.
Gesù ci aveva chiesto un “SI” che voleva significare: rispondete almeno al mio amore totale, ma non vi è peggior sordo di colui che non vuole sentire! Stiamo vivendo il nostro esilio, come fu per il popolo di Israele ai tempi di Nabucodonosor. Ritornò in patria, a quel tempo, solo un piccolo resto. E’ forse questa la storia che si ripete? Rimarrà solo un piccolo resto di questa umanità? Non possiamo dirlo! Possa il Signore perdonare le nostre malefatte, aprire il cuore alla speranza futura, per una vita rinnovata nel rispetto della volontà di Dio, nostro Padre, perché non ci abbandoni alla tentazione, perché davvero significherebbe scrivere la parola FINE alla nostra misera esistenza, di questa umanità perversa e malvagia.
I CASTIGHI DI DIO NELL'ANTICO TESTAMENTO
La Bibbia, nell’Antico Testamento, racconta l’esperienza di un popolo, Israele, che Dio stesso si era formato attraverso i Patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe, perchè fosse di esempio ad altri popoli. Questa storia che possiamo definire di “relazione”, porta con sé momenti di gloria ma anche molti fallimenti poiché, come Dio stesso affermava era un “popolo dalla dura cervice”. A causa di ciò, Israele spesso attirò su di sé l’intervento potente di Dio, sotto forma di castighi, punizioni, finalizzati al bene comune. Lo stesso popolo invocava spesso Dio, come leggiamo nei salmi, perché intervenisse per punire i nemici. Possiamo dire che l’idea che Israele si era fatto del suo Dio, era di un Dio che castigava i malvagi e premiava i buoni. La Bibbia è piena di testi che comprovano quanto appena affermato ma ne diamo solo qualche accenno.
Esodo 32, 34 “Ora và, conduci il popolo là dove io ti ho detto. Ecco il mio angelo ti precederà; ma nel giorno della mia visita li punirò per il loro peccato".
Secondo libro dei Maccabei , 6,14 “Poiché il Signore non si propone di agire con noi come fa con gli altri popoli, attendendo pazientemente il tempo di punirli, quando siano giunti al colmo dei loro peccati;”
Salmo 59, 6 “Tu, Signore, Dio degli eserciti, Dio d'Israele, lèvati a punire tutte le genti; non avere pietà dei traditori”.
Salmo 89, 33 “punirò con la verga il loro peccato e con flagelli la loro colpa”.
Isaia 13, 11 “Io punirò il mondo per il male, gli empi per la loro iniquità; farò cessare la superbia dei protervi e umilierò l'orgoglio dei tiranni”.
Isaia - cap. 26, 21 “Perché ecco, il Signore esce dalla sua dimora per punire le offese fatte a lui dagli abitanti della terra; la terra ributterà fuori il sangue assorbito e più non coprirà i suoi cadaveri”.
Geremia - cap. 5,29 “Non dovrei forse punire queste colpe? Oracolo del Signore. Di un popolo come questo non dovrei vendicarmi?
Geremia - cap. 25, 12 “Quando saranno compiuti i settanta anni, io punirò il re di Babilonia e quel popolo dice il Signore per i loro delitti, punirò il paese dei Caldei e lo ridurrò a una desolazione perenne.
Geremia - cap. 36,31 “]Io punirò lui, la sua discendenza e i suoi ministri per le loro iniquità e manderò su di loro, sugli abitanti di Gerusalemme e sugli uomini di Giuda, tutto il male che ho minacciato, senza che mi abbiano dato ascolto”.
NUOVO TESTAMENTO
Questi brevi riferimenti dimostrano anche, come il popolo di Israele, non solo non ascoltasse Dio, ma neanche i Profeti, uomini scelti da Dio per fare arrivare al popolo eletto il Suo pensiero. E’ qui che il nostro Dio decide di accorciare, anzi annullare le distanze tra Lui e il suo popolo, ed è per questo che sceglie di farsi uomo incarnandosi del seno della Vergine Maria. Gesù, in quanto Dio, è venuto nel mondo non solo per restituire all’uomo la grazia perduta con il peccato originale, ma ad essere esempio di come si comporta un “vero” figlio nei confronti del Padre nostro che è nei cieli. Gli evangelisti che hanno raccolto con il titolo di “vangelo” questa bella notizia di un Dio fatto uomo, morto e risorto per andarci a preparare un posto alla destra del Padre, ci dicono anche che Gesù è stato, a sua volta, molto chiaro. Nel Nuovo Testamento infatti leggiamo:
Vangelo secondo Matteo 24, 51 “Lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti”.
Vangelo secondo Luca - cap. 12, 46 “il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli”.
Luca 13,2 e segg….” No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo".
Anche nelle lettere apostoliche troviamo riferimenti ai castighi di Dio, ne citiamo solo alcune :
Seconda lettera di Pietro - cap. 2, 9 “Il Signore sa liberare i pii dalla prova e serbare gli empi per il castigo nel giorno del giudizio”…
Seconda lettera ai Tessalonicesi - cap. 1, 9 ”Costoro saranno castigati con una rovina eterna, lontano dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza”…
Infine, nell’ultimo testo di Giovanni apostolo ed evangelista che conclude le Sacre Scritture troviamo:
Apocalisse 3, 19 “Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti”
Ravvedersi è, dunque, l’impegno di ogni cristiano, fare spazio nel nostro cuore a Dio che è già venuto e che ritornerà alla fine dei tempi per giudicare la terra. Sta a noi scegliere da che parte stare, non abbiamo in celo un Padrone, ma un Padre che ha un unico sogno: salvare tutti i Suoi figli dalla perdizione eterna!