Attenzione alla Bibliomanzia
La Bibbia è la parola di Dio, per questo, chiunque si avvicina alla lettura di questo testo sacro, lo deve fare con molta umiltà e riverenza. E’ necessario per tutti leggere la parola di Dio perché essa è luce, è pane, è nutrimento dello spirito è il canto di Dio al mondo: “lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Sal 119 ver. 105). E’ la sorgente della sapienza divina (Giovanni 1, 1-2), da essa ha avuto origine ogni cosa creata …“E Dio disse: Sia la luce! …E Dio disse: Sia il firmamento…e Dio disse: le acque brulichino…” (Gen. 1).E’ un balsamo per le nostre ferite, essa è capace di istruire, formare, correggere “educare alla giustizia perché l’uomo di Dio sia completo e preparato per ogni sua opera buona” (2^ Timoteo 3, 16-17). E’ efficace: “Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare…così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me – dice il Signore – senza aver operato ciò che desidero, senza aver compiuto quello per cui l’avevo inviata” (Isaia 55, 10-11). “La parola di Dio è viva, più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello Spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore” (Ebrei 4, 12). La parola di Dio è talmente potente da trasformare la vita degli uomini. Sant’Agostino (354-430) si convertì dopo una vita moralmente dissoluta e disordinata dopo aver letto l’esortazione di San Paolo : “Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri”. (Rom 13, 13-14). Santa Teresa del Bambino Gesù (1873-1897) racconta nella sua autobiografia di aver capito il senso della sua vocazione leggendo i capitoli 12 e 13 della prima lettera di San Paolo ai Corinzi.
La lettura e la meditazione della Bibbia è una pratica che va fatta in spirito di preghiera per ottenere chiarezza spirituale e capacità di discernimento.
La Bibbia va letta regolarmente “esaminavano le scritture ogni giorno per controllare che le parole di Paolo fossero vere” (Atti 17,11); va letta con gratitudine perché è frutto dell’opera di migliaia di persone scelte da Dio, la cui missione è utilizzata per cambiare la nostra vita; va letta con fede chiedendo l’aiuto dello Spirito Santo affinché, come ha ispirato gli autori originali, ispiri anche noi a comprendere e applicare il suo messaggio; va letta con obbedienza applicando il comando che ci viene da Dio, infine va letta con attenzione per dischiudere i segreti contenuti in questa immensa miniera di verità. Oggi la Bibbia è il testo più venduto in assoluto e forse ogni famiglia possiede questo libro sacro, ma non è stato sempre così. Nel XIII secolo la Chiesa Cattolica con il Concilio di Tolosa (1229) decretò la proibizione per i laici di possedere copia della Bibbia. Nel 1234 il Concilio di Tarragona ordinò che tutte le versioni della Bibbia nelle lingue parlate venissero, entro otto giorni, consegnate ai vescovi per essere bruciate! Divieti simili furono emanati in tutta Europa da Vescovi e da Concili provinciali fino al XVI secolo. Un’attività intensissima si ebbe soprattutto tra il XVI e il XVII secolo, volta a frenare la riforma protestante in Europa. La nuova inquisizione Romana, istituita da papa Paolo III con la bolla “Licet ab initi” del 1542, aveva tra i suoi compiti anche quello di controllare la produzione, la vendita e la diffusione degli stampati: Il primo indice dei libri proibiti fu compilato nel 1558 sotto il pontificato di Paolo IV. Vi erano elencate, tra l’altro, 45 edizioni proibite della Bibbia e del Nuovo Testamento e i nomi di 61 stampatori responsabili della pubblicazione di libri eretici. Persino il Concilio di Trento, pur pronunciandosi apertamente sulla lettura della Bibbia, compose un catalogo di libri di cui veniva proibita la lettura. Un paio di anni più tardi, il 24 marzo 1564, quel catalogo fu pubblicato in una bolla papale (Index librorum prohibitorum). Nel 1631, Urbano VII ingiunse di nuovo a tutti i possessori di copie della Bibbia di consegnarle alle autorità per bruciarle, pena la denuncia alla “santa” inquisizione.
Ci si chiede, oggi più che mai, perché la Chiesa Cattolica per il passato sia stata così severa circa il divieto della diffusione della Bibbia e da cosa derivasse tanta severità per un libro che in fondo rappresentava la parola di Dio. La Chiesa ha sempre voluto evitare, e a ragione, l’uso improprio che del testo veniva fatto all’epoca in cui erano molto diffuse le credenze magiche (tra cui la divinazione e l’occultismo) e le pratiche che ne nascevano spesso intrecciate con la religione, la filosofia, allo scopo di creare una combinazione fra le diverse forme di scienze e di pensiero. Molto diffuso era la divinazione fondata sulla capacità di conoscere eventi passati presenti o futuri attraverso il presunto contatto diretto o indiretto dell’intelligenza umana con il soprannaturale: Strumento della divinazione era di solito un medium, dotato di attività paranormale capace di ottenere informazioni attraverso il contatto con l’ignoto. E’ insito nell’uomo il desiderio di conoscere subito il “da farsi” di fronte a situazioni particolari. Le tecniche capaci di fornire un responso immediato sono tantissime e vanno dalle più familiari come la cristallomanzia (uso della sfera di cristallo) alla capnomanzia (studio del fumo) alla BIBLIOMANZIA che considera appunto la Bibbia il testo preferito per questo tipo di veggenza. Secondo tale pratica, aprendo il libro a caso, è possibile conoscere una risposta “divina” puntando il dito sulla prima frase che capita sott’occhio. Nella BIBLIOMANZIA si mette Dio al servizio dell’uomo e si pretende che Egli dia risposte dettagliate su ogni domanda che noi gli poniamo. Ecco ciò che la Chiesa all’epoca proibiva: la diffusione del testo sacro perché non si offendesse Dio, creatore del cielo e della terra, usando la sua Parola alla stregua di una mazzo di carte come ad esempio “i tarocchi” che servivano e, anche oggi vengono usati, per predire il futuro oltre che per il gioco.
La BIBBIA va trattata e rispettata per quello che è: Parola di Dio. Chi va alla ricerca della Parola di Dio senza avere lo Spirito di Dio è una persona arida che usa la Bibbia come “bibliomante” per far passare i propri pensieri per pensieri di Dio. Chiediamo invece allo Spirito Santo i carismi che possono edificarci, cioè quei doni che, come tali, si possono mettere a disposizione della comunità, perché “a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune: a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza, a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell’unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue: Ma tutte queste cose è l’unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole” (1^ Corinzi 7-11). Se l’apertura della Bibbia non è elencata fra i dono dello Spirito Santo non possiamo forzare la mano perché lo diventi a tutti i costi, piuttosto facciamo buon uso dei talenti che abbiamo per non correre il rischio che ci vengano tolti per non averli fatti fruttificare. Chi, dunque, pratica la Bibliomanzia commette un peccato gravissimo che va immediatamente confessato per riconciliarsi con Dio in quanto, per presunzione, gli abbiamo tolto la Parola di bocca, mancandogli di rispetto. Leggere il Vangelo del giorno ci rende certamente migliori, ci porterà a una pace più profonda, a una maggiore sicurezza, a una fede più solida e soprattutto a un rinnovato amore per gli altri. Lasciamo al Signore la parola, Egli si è incarnato e si è fatto uomo per questo!
Alla luce di quanto sopra, si invitano i cristiani, i gruppi di preghiera, i gruppi carismatici a usare la lettura della Bibbia con “disciplina” lasciando che ciascuno attinga e si disseti, a seconda delle proprie esigenze, alla fonte della vita.