Le Sette Sataniche
Il Satanismo contemporaneo è un fenomeno molto complesso e difficile da definire, a causa della grande varietà di sette sataniche che si sono formate in questi ultimi decenni. Si è parlato di “fenomeni settari” e di “sette” in generale. Diversi autori hanno proposto una analisi del termine e del fenomeno, convergendo su dei punti fondamentali. La terminologia “setta” è generalmente ricondotta al verbo latino sequor (andare dietro, seguire) ma anche a “seco” (tagliare, separare). Questi primi due significati individuano nella setta un gruppo che segue una determinata dottrina religiosa, filosofica, politica e che “seca”, cioè si discosta, nasce da un gruppo o associazione più ampia. Inizialmente ed etimologicamente questo termine non presuppone un significato necessariamente negativo. Originariamente con il termine sectae venivano indicate le scuole degli stoici, degli epicurei e perfino dei primi giureconsulti. Aristotele era a capo di una “setta” e l’aggettivo che spesso accompagna ...
... tale termine, “esoteriche”, è riconducibile al tipo di lezioni che lo stesso Aristotele svolgeva al mattino. In questa fase del giorno, infatti, gli insegnamenti erano esoterici, cioè dedicati ai soli studenti, contraddistinguendoli da quelli pomeridiani aperti a chiunque ne volesse usufruire. La spiegazione etimologica “sequor”, che indica un distaccamento da una dottrina o filosofia ufficiale, implica una connotazione negativa in quanto il gruppo che si distacca, perciò “nuovo”, è solitamente portatore di una nuova visione della vita o del “credo” e perciò bollata come “eretica” o “eversiva”.
Non avendo tutti i gruppi tali fini, spesso si preferisce adottare nuove terminologie come “Nuovi Movimenti Religiosi” e “Nuovi Movimenti Magici”. La lingua inglese è più precisa e utilizza il termine “sect” per definire scuole religiose che contrastano con la dottrina ufficiale o maggioritaria, mentre adopera “cult” per evidenziare un movimento collettivo che mira al “controllo mentale” (mind control). Quando il termine “setta” è utilizzato in contrapposizione alla “religione”, si fa evidente la necessità di spiegare anche quest’ultimo termine. Solitamente per “religione” si intende la fede in un essere Perfetto e sovrannaturale che ama e sostiene l’uomo. Sarebbero automaticamente escluse da tale classificazione tutte quelle “religioni” che non necessariamente credono in un Essere superiore (per esempio il Buddismo).
Alcuni autori, come Massimo Introvigne e la compianta Cecilia Gatto Trocchi (morirà suicida), sono ancora più “risoluti” nell’attribuzione del significato “setta” e la definiscono come “un mondo chiuso dove si viene introdotti con metodi spesso al limite della legalità e da cui è difficilissimo uscire”. Anche nel linguaggio comune, quando si intende definire un gruppo, anche amicale, che si isola dal contesto esterno e che applica determinate regole e condotte di vita autonome e non riconducibili alle norme comunemente accettate, si parla di “sette” o di gruppi a carattere “settario”. “Settario” è quasi divenuto sinonimo di “fazioso”. Di questo ne sono evidentemente consapevoli anche i gruppi stessi che, non di rado, preferiscono attribuirsi l’appellativo di “Chiesa” (sono esempi eclatanti la Chiesa di Scientology e la Chiesa di Satana), termine al quale solitamente si attribuisce una valenza positiva.
Come afferma la Singer (1951), le sette tendono solitamente a due scopi principali: reclutare nuovi membri e raccogliere denaro. Tali caratteristiche non permettono, tuttavia, che la setta si distingua da altri gruppi, anche istituzionali, che hanno lo stesso obiettivo. È opportuno differenziare e spiegare che le sette si distinguono da qualsiasi altro gruppo per le modalità di azione e di condotta al loro interno.
La Singer, riprendendo concetti condivisi e ripresi da più esperti del fenomeno, individua tre variabili, la cui analisi aiuterebbe a definire meglio un gruppo settario: Origine del gruppo; Struttura del potere; Uso di un programma coordinato di persuasione (plagio, lavaggio del cervello).
La prima di queste variabili pone in evidenza le motivazioni che favoriscono la nascita dei gruppi settari e introduce a una analisi delle caratteristiche e del “target” dei potenziali “fruitori”. Il reperimento di fondi e l’arricchimento del leader, come precedentemente accennato, sono tra i più importanti e frequenti obiettivi all’origine di una setta. Gli adepti vengono spesso “sollecitati” ad iscriversi a corsi interni allo stesso gruppo settario, suddivisi in più livelli, al fine di raggiungere “purificazioni” e “stati mentali” che li portino a “nuova vita”. Consigliare gli aderenti alla setta su eventuali “donazioni” e “lasciti” in favore del gruppo e del suo leader, consente a quest’ultimo di avere il pieno controllo, spirituale e materiale, sui membri.
I gruppi settari, al fine di ottenere nuovi adepti, si avvalgono dell’opera di veri e propri “reclutatori” che hanno il compito di avvicinare persone potenzialmente interessate all’attività del gruppo. Corrisponde a questo target chiunque attraversi una fase particolarmente delicata della propria vita: depressioni, transizioni professionali o familiari, rinnovato interesse filosofico-culturale-religioso, la mancanza di una relazione sentimentale stabile, etc. Tale classificazione non può indurre a eccessive semplificazioni sui possibili fruitori di movimenti settari. Una delle regole principali, sulla quale la Singer, Climati e altri esperti concordano, è che non esiste una tipologia definita di “persone a rischio”. Nessuno può sentirsi totalmente “protetto” o “immune” dal reclutamento e non esistono “categorie” preferenziali che allontanino il rischio.
Carlo Climati individua alcuni luoghi dove potrebbe essere facilitato l’incontro tra “reclutatore” e “potenziale adepto”: università (i giovani sono spesso attratti dalla novità, si mettono maggiormente in discussione, sono fragili e lontani da casa), palestre, corsi yoga, corsi di filosofia orientale, corsi per il “miglioramento personale”.
La seconda variabile prende in considerazione la struttura interna al gruppo. Solitamente, tra leader e affiliati, si instaura un rapporto subordinato che presuppone l’obbedienza incondizionata dell’adepto. Tendenzialmente, al vertice del gruppo settario c’è una sola persona che dispone dell’organizzazione e della vita dei membri. La Singer illustra le caratteristiche del leader: “sono autoproclamati, persuasivi e affermano di avere una missione speciale”; “tendono ad essere risoluti e autoritari e vengono spesso descritti come carismatici”; “accentrano su di sé la venerazione”.
La terza variabile prende in considerazione ciò che viene chiamato “plagio” o “manipolazione mentale”. Alcuni esperti distinguono il controllo mentale dal “lavaggio del cervello”: il primo presuppone una persuasione sottile, amichevole, sorridente; il secondo ha una connotazione maggiormente violenta e va contro la volontà della persona.Don Marcello Stanzione